domenica 17 febbraio 2013

Stolit, il costume regale Arberesh di Firmo, Lungro ed Acquaformosa

L’abito di gala ha avuto una sua funzione completa fino agli anni cinquanta circa, era parte integrante della pattuizione matrimoniale, la sposa lo portava in dote. «Linja»: è di lino tessuto al telaio o di cotone, lunga fino ai piedi, aperta nel petto dove va apposto il merletto e le maniche larghe con un breve polsino alle ascelle si faceva una aggiunta di stoffa per permettere la migliore agibilità nei movimenti, così venivano aggiunte die triangoli di stoffa per allargarla al fondo.«Milleti»: è una larga bordura di tulle ricamato a firellini rami, foglie, motivi geometrici, ed altri motivi, alcuni confezionati anche ad uncinetto ed abilmente arricchiati in modo che con la stiratura ad amido possano essere raccolti in minute piegoline. Si cuce sulla linja, al bordo della scollatura. «Sutavestat»: sottovesti, sono più di una, in batista ricamate con un bordo smerlato o in Sangallo, hanno una balza sul fondo per far stare più disteso il fondo e mettere un evidenza la gala d’oro della kamizolla.

«Petini»: rettangolo di stoffa fine, lino finemente ricamato che si inseriva nell’apertura della camicia per coprire il seno

«Kamizolla»: gonna: plissettata lunga fino ai piedi di stoffa laminata o di raso, il colore va dal cremisi al ciclamino al rosso, sul fondo porta una banda di gala d’argento

«Coha»: gonna plissettata lunga fino ai piedi di stoffa laminata o di raso, dal colore azzurro intenso, con larga gala di oro sul fondo
«Xhipuni»: il giubbetto è di stoffa laminata o di raso, azzurro intenso, porta un bordo continuo di gala d’oro sul bordo e sui polsi sulle spalle tre bande fella stessa gala, le maniche sono interamente ricamate a minuti motivi floreali e geometrici in filo d’oro e arricchiti di strass.«Keza»: era un accessorio tipico della mise nuziale e poi delle donne sposate è un accessorio rigido che va a coprire lo chignon fatto di seta trapuntata e guarnito di oro;

«Kallucjetë»: jan bën me dur me kater hekur me penj «pellikan» (la marca) të holl

«Këpucëtë»: le scarpe sono di tessuto laminato dello stesso azzurro del giubbetto

«Pani»: il panno uno scialle di raso o di seta cruda mano bordata di alta gala in oro
«Petënaturi»: acconciatura di fiori di pizzo con il velo che la sposa posava sui capelli

«velli i bardh»: Il velo bianco sottile intessuto in oro per il matrimonio di pizzo un po più pesante con smerlo in oro per la prima messa domenicale a 8 giorni dalle nozze.




Il costume di «mezza festa» Kamizolla di seta la linja con milleti meno pregiato e giubbetto di raso nero.

Il costume giornaliero è caratterizzato dalla Kamizolla di cotone o lana, con la «fascetta» di raso verde, il giubbetto di panno o seta nera, ornato di bianco.
Il costume di lutto ha la solita kamizolla rossa ma la coha di lana verde e il giubbetto sono di lana verde

Il costume per le ragazze da marito è costituito dalla sottogonna pieghettata, rosa o celeste, sopragonna marrone e camicetta a vari colori, spesso era blu a fiorellini bianchi.
 
 
Foto di Costantino Frega.

Nessun commento:

Posta un commento