domenica 17 marzo 2013

Pashkët Arbëresh në Sicili / La Pasqua Albanese in Sicilia

Per gentile concessione della pagina facebook "Io non sono siciliano ma Arbereshe" - Organizzazione comunitaria della Minoranza Etnica e Linguistica d'Italia

 Piana degli Albanesi (Pa) - Hora e Arbereshevet


I riti pasquali a Piana degli Albanesi sono molto suggestivi. Chiaro è il forte legame con l'antica appartenenza all'etnia e alla tradizione albanese, perpetuata anche nella vita di tutti i giorni, nei rituali religiosi e nella lingua.

Qui da più di 500 anni si conservano gelosamente le peculiarità etniche, linguistiche, culturali e religiose d'origine. Gli abitanti di Piana degli Albanesi, grazie alla loro tenacia e alle proprie istituzioni culturali e religiose, nel corso dei secoli hanno mantenuto inalterata la propria identità e le proprie radici culturali quali gli usi, le tradizioni, i caratteristici costumi femminili riccamente ricamati, la lingua albanese e il Rito Bizantino. 


Le manifestazioni religiose bizantine raggiungono il loro culmine nella celebrazione della Settimana Santa (Java e Madhe), evento religioso di fortissima spiritualità, il più grande avvenimento del calendario ortodosso. In essa, infatti, trova giustificazione tutto il discorso escatologico e ogni motivo di speranza, come canta il famoso inno del Christos anesti-Krishti u ngjall (Cristo è risorto). 

Varia la Liturgia delle Ore, l'amministrazione dei Sacramenti (i Misteri), la Liturgia Divina, che ha due antichissimi formulari risalenti a S. Giovanni Crisostomo e a S. Basilio il Grande.

Gli Uffici divini diventano più lunghi e solenni, intense letture si alternano al canto dei salmi, prostrazioni profonde allo stare in piedi, colori rossi e violacei sostituiscono nei paramenti quelli dorati.

In questo contesto tutto ha un significato: i gesti, i canti, le processioni, i fiori, i profumi, gli incensi. Tutto si armonizza e concorre a celebrare l'unico Signore che muore e risorge per tutta la Chiesa.

I festeggiamenti riguardanti la Grande e Santa Settimana (Java e Madhe) a Piana degli Albanesi sono i seguenti:

La Resurrezione di Lazzaro (Lazëri):

A Piana degli Albanesi il venerdì precedente la Domenica delle Palme si festeggia la Resurrezione di Lazzaro, Lazari, durante la quale gruppi di giovani, guidati in genere dal papás, il sacerdote, sul sagrato della Cattedrale, eseguono in coro l'antico canto albanese che rievoca la resurrezione di Lazzaro.

Questi cori durante la notte attraversano le vie cittadine sostando presso famiglie che accolgono gli ospiti, offrendo uova, dolciumi, bibite e frutta secca.

La Domenica delle Palme (E Diellja e Rromollidhet):

Particolarmente significativa e coinvolgente è la celebrazione della Domenica delle Palme, Rromollidhet, che ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme.
I festeggiamenti hanno inizio nella chiesa di S. Nicola, dove si svolge il rito della benedizione delle palme e dei rami d'ulivo.
Si prosegue con una processione guidata dall'Eparca che, con in mano un crocifisso ed una piccola palma, a dorso di un asinello attraversa, avvolto nel manto, mandías, il corso principale del paese fino alla Cattedrale, dove si celebra la Divina Liturgia.

Giovedì Santo (E Intja e Madhe):

Momento più atteso da ogni fedele è il rito del Giovedì Santo, giorno in cui viene effettuata la lavanda dei piedi ; il sacerdote, che impersona San Pietro, accetta di farsi lavare dal vescovo, per l'accasione privo dei ricchi paramenti, poichè impersona Cristo. Si tratta di un momento altamente suggestivo.

Venerdì Santo (E Premtja e Madhe):

Molto particolari sono anche i riti del Venerdì Santo, giorno in cui si possono ascoltare i canti tipici del luogo, che celebrano la Passione e la Morte del Cristo, esecuzioni queste sicuramente molto toccanti. Si effettua inoltre anche la processione dell'immagine del Cristo, preceduta dal Crocifisso posto in un'urna addobbata con molti fiori.

Il corteo viene accompagnato da gruppi di fedeli. Non manca l'esecuzione di canti funebri commoventi, manifestazione di poesia, accompagnati dall'utilizzo di strumenti di legno molto particolari, dalla tipica origine bizantina.
Da notare inoltre l'assenza del suono delle campane, la quali vengono legate per non potere appunto suonare, dal mattino del giovedì fino al mezzogiorno del sabato.

Il Sabato Santo (E Shtunia e Madhe):

Il Sabato Santo è celebrato il trionfo di Cristo, durante il Vespro e la liturgia di S. Basilio.
Giornata caratterizzata dalla celebrazione , nelle chiese principali del paese, dei battesimi; è infatti il giorno della speranza e dell'invocazione, affinchè il Cristo risorto possa salvare il mondo.

Uno dei momenti più significativi è il canto dei tre fanciulli del profeta Daniele. All'annuncio della Resurrezione il Celebrante cosparge le navate della chiesa di foglie di alloro, simbolo della gloria di Dio.

 A mezzanotte il clero ed i fedeli con le candele accese si avviano in corteo sul sagrato della Cattedrale, fermandosi davanti al portone chiuso, dove il Celebrante intima alle potenze del male, rappresentate da una voce proveniente dall'interno, di non ostacolare l'ingresso del corteo.
Dopo breve resistenza delle forze occulte, le porte del tempio si spalancano e il corteo, intonando il Christós anésti (Cristo è risorto) in greco ed in albanese (Krishti u ngjall), entra nella chiesa inondata di luce.

Terminata la funzione liturgica, gruppi corali sfilano per le vie cittadine al canto dell'Anástasis (Resurrezione).

Domenica di Pasqua (Pashkët):

La Domenica di Pasqua, Pashkët, viene esposto ai fedeli un Santo Velo, un reliquario ricamato e viene portata in processione un'icona secondo l'uso bizantino.
Suggestivo è l'inno della Resurrezione, cantato ripetutamente durante l'Officio dell'Aurora (órthros), dell'innografo bizantino Giovanni Damasceno. Segue la liturgia di S. Giovanni Crisostomo, officiata dai Concelebranti avvolti nei preziosi paramenti sacri.

Il solenne Pontificale si conclude con un folto corteo di donne vestite con i caratterisici costumi albanesi del '400, che, dopo aver partecipato ai sacri e solenni riti, sfila per il Corso Kastriota raggiungendo la piazza principale. Al termine del corteo, in un tripudio di canti e colori, viene impartita dai papàs la benedizione (bekimi) seguita dalla distribuzione delle uove rosse, simbolo della rinascita.

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