lunedì 16 gennaio 2012

La cosmogonia e la teogonia nella mitologia pelasgica

 ( di Vincenzino Ducas Angeli Vaccaro)

E' fuor di dubbio che, le civiltà Greca prima e Romana poi, in termini di mitologia cosmogonica e teogonica, vennero ispirate dalle primordiali divinità pelasgiche e la certezza, di questo processo di ridivinizzazione, è inconfutabilmente dimostrato da studi effettuati su attente analisi di glottologia analogica.
Le ipotesi di cosmogonia pelasgica sono diverse e trasmesse oralmente con frequenti trasformazioni, e poichè per quasi tutti gli uomini la vita nasce dall'acqua, l'origine di tutto è "Ujana" (albanese uj=acqua) il greco Oceano, una divinità fluviale che scorre intorno alla terra. Ujana, principio maschile, ha come compagna Teti, dea del Mare (Teti o Dejti in albanese mare),principio femminile, e insieme hanno tre mila figli e tre mila figlie. Altre antichissime tradizioni affermano che in principio esiste solo NATI, la notte (notte= alb. nata), un grande uccello dalle ali nere, che fecondata dal vento depone un uovo d'argento, dal quale nasce Eri, ( er in alb.=vento) il quale mostra ciò che è nascosto nel guscio dell'uovo: nella concavità superiore c'è Keli ( qielli in alb.= cielo) il Cielo, sotto, la terra Dhea ( dheu alb.= terra) dea della terra , la greca Gea. Il Cielo è anche detto Brasi (bras alb.= vuoto) greco Caos; altra terminologia è Ka-hon /honi = voragine, toponimo che si trova nei paesi dell'Arberia calabrese ( Acquaformosa). Eri convince Kilo (cielo) e Dhea (terra) ad accoppiarsi generando Ujana (Oceano) e Teti (mare).
Nella teogonia "Nascita degli dei di Esiodo (VII secolo a.C.) le origini degli dei sono ricondotte alla "grande madre terra, la divina Gea greca, in quella pelasgica da Keli e Dhea da cui vengono generati i primi dei: Eri (il soffio dell'amore) che crea la vita e soggioga lo spirito degli uomini; Erebi (err alb= buio), il buio della profondità e Nati la notte. Poi Dhea da sola genera Urati ( urat e urim alb.= augurio), Urano in greco, raffigurante il cielo stellato beneaugurante e le montagne che sfiorano il cielo e il mare. Tra i buculi,uccelli producenti luce ad intermittenza (buculè alb= lucciola), figli di Dhea e Urati , nascono sei maschi e sei femmine che accoppiandosi generano gli dei che dovrebbero dominare il mondo: da Tea e Perione nascono Ili ( ili alb.= stella) il greco Elio e Selenza, dea della luna ( alb. henza= luna); da Heri, dio del tempo e Retha(reth in alb= nuvola) dea delle nuvole, nascono quattro figli: Dhemeter,( alb. dhe moter sorella terra), Era ( era alb. =vento), Edesta dea del fuoco ( edhesta alb.= accesa) e Zena( inizio) dea del principio. Altre tradizioni, ancora, affermano ghe dalla unione di Urati e Dhea nacquero Mendosine e Musageto, mzag= arte). Abitavano, questi, i monti Cerauni, nell'attuale Epiro, ( Albania meridionale), presso la fonte Tepi ( in albanese te-pi = da bere), probabilmente da allogare, questa fonte, nelle prossimità di Tepelena, nelle ricche zone d'acqua di Bregu Damsit ( alture di Damis). La fonte "Tepi", scaturi dal furente zoccolo calciante del burbero cavallo alato PEGASO; Pegaso burbero e serioso = in albanese pa-gaz( senza sorriso).
Riguardo MUSAGETO, dio rappresentante l'arte della musica e della poesia, vi è da considerare una questione, ultimamente molto dibattuta dai cultori delle cominità albanofone, soprattutto di quelle della Calabria cosentina. In queste vi sono molte località rurali, ricche di sorgenti, che ancora vengono denominati, uffcialmente e non, "Muzgat":  esistono località con tale nome a Firmo, a Lungro e a San Demetrio Corone. Sulle origini del toponimo si è molto discusso, ma per le molteplici striature, non si è giunti ad una esatta determinazione. Ma, dal dato sopraindicato, la domanda al requisito potrebbe ben stabilizzarsi in: MUZGAT= fonte di acqua limpida e fresca avente il potere di ispirare i poeti, in questo caso i musageti pelasgi, nella loro arte. Altre tradizioni, forse di altri ceppi tribali, trasmettono che da Urati e Dhea nacquero anche RITLEMI, dio del grano e delle messi in genere; Ri-te-lemi= in albanese sto sull'aia e ARISDEO, che dalle carni delle ceneri di un bue estrasse le api; Ares = ape in albanese e dheu= terra, quindi ape terraiola.
Avvalorizzante è la tesi di Gerolamo De Rada che così espone:
Zena= dio primo, maggiore;
Hera= Giunone coniuge di Zea rappresenta il tempo;
Adhe= dio della terra;
Athena= dea dell'eloquio, Ethena = eloquio;
Afrodite= afer- dita alba;
Jea dea del mondo= Jeta;
Nemesi= dea vendicatrice delle colpe, in albanese nemes= maledizione;
Atrekja dea della verità, in albanese Edrekja= diritta, vera.
Attraverso un processo metodologico, ove si è ricorso, come scritto prima, ad analisi di glottologia analogica, esonerando i principi della "historia jucunditas", fabulizzante, potremmo prendere in considerazione anche altre notevoli ipotesi:
Etere, rappresentante il cielo superiore nella sua integralità; E-ter= albanese intero;
Egera delle esperidi, rappresentante la natura selvatica; Eger= albanese selvatico;
Rea, la grande madre che generò la stirpe degli dei olimpici, rappresentante le nuvole sul monte Olimpo; Rea o reth= albanese nuvola;
Elicio, dio del male; I- ligu= albanese male, demonio;
Giapeto, " il Frettoloso, generò la stirpe da cui nacquero gli uomini; jap Biblico, ma potrebbe identificarsi anche con XHAPJA= albanese arcaico, lucertolone variegato imprendibile per la sua velocità;
Pan, che amava insediare le ninfe, dio pastorale, dio senza alcun limite; Pa-an= albanese senza limite, parte;
Pandora, la prima donna, "con mani grandissime", che aprì  il vaso contenente tutti i mali dell'umanità; in albanese pa-an= senza limiti, dora= mano;
Dardano, la mitologia greca vuole che venga identificato  come il capostipite dei troiani, ma essa divinità veniva venerata da antiche tribù illiriche quali la Karavantina;
Sterope, dea malvagia della infecondità, poi, secondo Esiodo, inseguita dal cacciatore Orione, fu trasformata in colomba e poi in stella ed associata alle Pleiadi; Shterpe= albanese infeconda;
Caos o Cahon, rappresentante il vuoto; in albanese arcaico ka-hon/ hon= voragine. Toponimi si trovano in Epiro sul Kurvelesh e nella comunità italo albanese di Acquaformosa in provincia di Cosenza.
Egina, il padre Asopo la sorprese con Zeus, in seguito rappresentò il fattore sorpresa; E-gjena= albanese , la trovata, la persona sorpresa;
Aspeto, nella mitologia greca identificato come Achille, eroe semidivino della guerra di Troia; Aspeto= albanese I- shepejti= veloce, rapido;
Lea, Leto in greco, rappresentante la dea della partorienza; partorì Apollo ed Artemide sull'isola errante di Delo; Leu= albanese nato;
Elena, bellissima sposa di Menelao, per la quale si scatenò la guerra di Troia, lasciata al suo destino; E-lene= albanese lasciata;
Crio, dio con la testa di ariete, in greco L'ariete del cielo personificazione della forza e della potenza; Krje= albanese capo, testa;
Odisse, sovrano di Egina, rappresentante i viandanti; Udhis= albanese sulla strada;
Urteceo, rappresentante l'intelligenza e la sapienza: generò oltre a Leto, la ninfa Asteria, sedotta da Zeus; Urt/Urtesì= albanese saggenza erudizione.
Durante la mia permanenza da alunno, nel Collegio Italo Albanese San Adriano, periodo, forse, più bello e florido della mia esistenza, ebbi modo di volgere la mia attenzione sulla lettura su un testo di Gerolamo De Rada: "Antichità della Nazione Albanese e sue affinità con gli Elleni e i Latini", e indagando fra quelle nobili riga, capii che per poter giungere ad una conclusione , affinando metodologia nella ricerca, sulla mitologia pre-ellenica, bisognava erudirsi su quella postuma, tutto questo, per dimostrare nella sua pienezza, che la civiltà pelasgica fiorì molto prima delle altre mediterranee, e, che da essa, senza nulla ostare, pur anche nella loro diversità, furono, con nettezza probante, ispirate.



Bibliografia:
Antichità della Nazione Albanese e sue affinità con gli Elleni e i Latini, G. De Rada, Napoli, Stamperia dell'Industria 1864;
Gli dei e gli eroi della Grecia, Karoly Kerenyi ed. il Saggiatore. Bologna 2010;
I Greci e gli dei, Angelo Brelich, Liguori editore 2008;
Note personali.




1 commento:

  1. Ottima e appassionante dissertazione ma non oltrepassiamo certi limiti altrimenti dovremo convenire con gli illuminati di Frascineto,secondo i quali, persino in Par
    adiso si parla l'albanese.Jesus= je si u!(a mia immagine e somiglianza)e se lo dice il Padreterno.....

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