ALESSANDRO
SMILARI
“Gli
Albanesi d’Italia”, Napoli 1891
"Cresciuta
la donna fra i rigori delle cure domestiche, chiusa quasi sempre in casa, senza
potere frequentare la compagnia dell'altro sesso, ha bisogno che i parenti più
prossimi prendano la cura di collocarla in matrimonio. Sa della persona a cui deve
unirsi solamente quando sono stato accettate le trattative ed è chiamata a
prestare il suo assentimento. È questo un atto d'istintiva pudicizia che i
popoli non ancora guasti nei costumi sentono potentemente Fissato il giorno
delle nozze, nella sua antivigilia, prima di 'annottare, due danze, percorrendo
le strade. del paese, cantano la così detta currigina, che contiene gli augurii
agli sposi.
Passate
delle ore in questo modo, si scioglie la danza, e le donne che la costituivano
entrano nella casa della sposa, nello stesso modo come un corpo di armata entra
festante nel suo quartiere , dopo la battaglia nella quale ha trionfato.
In quel
momento la sposa si fa trovare intenta ad ammassare della farina, per formare
il lievito destinato alla fermentazione della pasta occorrente per la
manipolazione di una grande focaccia, da spedirsi alla casa dello sposo il
mattino delle nozze.
Le
giovinette che facevano parte della danza sciolta, si fanno a circondare la
sposa, cantando poesie che racchiudono concetti amorosi primitivi, desunti
dalle particolarità dei loro patri costumi……
Il mattino
che segue si lavora la focaccia. È bella a vedersi la sua superficie. Viene
adornata, da persone esperte, di rilievi, rappresentanti guerrieri ed uccelli
che esprimono, gli uni lo stato eroico dell'Albania, gli altri le colombe, le
pernici e gli sparvieri che, in densi nugoli, svolazzano nelle sue montagne.
Venuto il
giorno delle nozze, presso la giovane sposa, di buon mattino, si reca una
maestra di cerimonie per abbigliarla, accompagnata da cinque o sei cantatrici
del paese.
Le giovani
Albanesi indossano, prima di passare in matrimonio, una veste di lana rossa
dalle mille pieghe sulla vita, con il lembo intorniato da una fascia di raso o
di gallone della larghezza di circa un palmo. Un farsetto, arricchito anche di
gallone, veste le spalle e le braccia, lasciando aperto il seno, velato
unicamente dalla bianca camicia, ornata, nel giro del collo e lungo l'apertura,
di merletti fantasticamente ricamati, la cui finezza è tale da non potere
sempre nascondere le naturali sporgenze del petto e la voluttuosa bianchezza
della sua carnagione. Portano nelle orecchie grossi pendenti, e nel collo un
ornamento di coralli, legato da lungo nastro rosso che si lascia svolazzare
dietro le spalle. Una larga ed elegante cinta di seta, mentre bellamente le
adorna la vita, mantiene, nella parte dinanzi della veste un pezzo di damasco,
semplice o ricamato, che ne nasconde l’apertura.
Singolare
soprattutto è l’acconciatura della testa. Divisa la chioma in due parti eguali,
viene avvolta da nastri bianchi , in modo da costituire due cordoni che si
rannodano nella parte di dietro in forma di graticcio.
Il capo,
durante l'inverno, viene coverto da un panno rosso di amaranto, e nell'estate
da un fazzoletto bianco.
Passata in
matrimonio la giovane Albanese, il suo abito giornaliero continua ad essere lo
stesso. La diversità con quello delle nozze consiste nella stoffa che suole
essere più costosa ed elegante. La classe distinta adopera ordinariamente il
velluto di seta di colore rosso e dei tessuti anche di seta dello stesso colore
intrecciati con fili di argento o di oro.
Sopra questo
abito, identico nella forma al giornaliero, viene messo un altro di di-verso
colore detto zoga I largo ed ondeggiante nei piedi, come il peplo degli
antichi, anche esso di velluto o di altra migliore stoffa. Oltre della zoga,
che costituisce un fatto in modo tutto speciale, lasciando libero il
movimento
delle braccia, pendono aperte sino alle ginocchia, cosa. che rende maestevole
la sposa e le dà del matronale. Finisce l'abbigliamento con un diadema che
viene adattato sulle trecce dei capelli, acconciate come si è detto, diadema
ricamato di oro, che assomiglia al berretto frigio dei Macedoni. Sopra questo
diadema, nelle due sue estremità, viene fermato, con due grossi spilloni di
argento, un nastro bianco della larghezza di circa dieci centimetri che,
attorto in forma cilindrica, dopo di avere girato il collo, cade col restante
dalla parte delle spalle, sopra il farsetto , sino alla metà della persona. Il
diadema sul capo della sposa addimostra di essere addivenuta la regina della
famiglia, l'Andromaca di cui parla Omero, mentre il nastro bianco simboleggia
un freno o cavezza , per dinotare il dominio che il marito ha sulla moglie, e l'obbligo
che incombe a costei di sottostare ai voleri di lui.
Finito l'
abbigliamento della sposa, le cantatrici intuonano inni severi, allo scopo di
eccitarla al pianto, ove a questo non fosse disposta......
Saputo lo
sposo da uno speciale nunzio che tutto è pronto, s'incammina, in mezzo ai suoi
compagni, armati tutti di moschetti, per la casa della sposa, cantando..
Unitamente al corteggio, muove anche il fratello dello sposo o, in mancanza, uno dei suoi più intimi parenti, con una bandiera in mano, conserta di varie liste di brillanti colori. Giunto questo corteggio innanzi la casa della sposa, trova chiusa la porta di essa. Siccome, in quel momento rappresenta una fortezza da espugnarsi, s'impongono le condizioni di resa, ed un tirare di moschetti succede da ambo le parti.
Unitamente al corteggio, muove anche il fratello dello sposo o, in mancanza, uno dei suoi più intimi parenti, con una bandiera in mano, conserta di varie liste di brillanti colori. Giunto questo corteggio innanzi la casa della sposa, trova chiusa la porta di essa. Siccome, in quel momento rappresenta una fortezza da espugnarsi, s'impongono le condizioni di resa, ed un tirare di moschetti succede da ambo le parti.
Dopo questo
finto attacco, si arrende la simulata fortezza, ed il fidanzato, seguito dal
portatore della bandiera e dai paraninfi, varca rapidamente la soglia, e
s'impossessa della sposa che trova coperta di candido velo, assisa su di una
sedia, in mezzo alle sue cantatrici......
Uscita la
sposa dalla casa materna, si avvia per la chiesa, nella quale il primo ad
entrare è il portatore della bandiera. Il parroco si fa trovare innanzi
all'altare che, in quella circostanza, viene innalzato . sopra una tomba, per
significare che la gioia ed il dolore, la vita e la morte rappresentano
l'umanità nelle sue fralezze..
Il parroco compie la cerimonia ponendo sul capo degli sposi due corone intrecciate di nastri, le quali manifestano essersi elevati a re della loro famiglia. Pone ancora nelle loro dita due anelli. I paraninfi, scambiando queste corone ed anelli tra gli sposi, augurano ad entrambi felicità contentezza ed amore. Quindi il parroco versa del vino in un bicchiere e, dopo di avere bagnato in esso delle croste di una focaccia all'uopo destinata, benedice la bevanda....
Il parroco compie la cerimonia ponendo sul capo degli sposi due corone intrecciate di nastri, le quali manifestano essersi elevati a re della loro famiglia. Pone ancora nelle loro dita due anelli. I paraninfi, scambiando queste corone ed anelli tra gli sposi, augurano ad entrambi felicità contentezza ed amore. Quindi il parroco versa del vino in un bicchiere e, dopo di avere bagnato in esso delle croste di una focaccia all'uopo destinata, benedice la bevanda....
Dopo questa
benedizione, il parroco riprende il bicchiere ed esibisce la bevanda, per tre
volte, agli sposi. In seguito, tenendo dietro ad essi ed ai presenti, disposti
tutti in semicerchio, gira d'attorno all'altare, cantando..........
Terminata la
funzione, il parroco alza la mano e, benedicendo gli sposi, li accomiata.
I due
corteggi s'incamminano verso la casa dello sposo. Le strade risuonano di canti
a doppio coro e di colpi di fucile in segno di letizia.
Giunta la
sposa innanzi la casa coniugale, impedita dai suoi che l' accompagnano, si
arresta. Un canto parte in questo momento dal corteggio, canto che esorta la
madre dello sposo a scendere le scale per incontrare il figlio ed a ricevere la
sua nuora. Appena terminato il canto, esce la madre accompagnata dalle sue
attinenti e, dopo di avere abbracciato la sposa, le consegna un fascio di
chiavi, significando, in quel modo, il dominio che le trasferisce. Le offre
poscia un pezzo di dolce per farle noto che nella famiglia in cui entra,
dovendo essere uno dei primi personaggi, ha il dovere di portare con se la
dolcezza e la bontà. Indi la sposa viene dal padre consegnata al marito
unitamente ad un bastone, per dinotare la potestà che egli ha sulla figlia.
Nello stesso tempo affida nelle mani di costei un altro bastone meno pesante,
per dirle che anche essa ha il diritto di essere rispettata dal. marito.......
Giunta l'ora
del pranzo, la sposa viene situata a mensa dirimpetto allo sposo , circondata
dai suoi paraninfi. La focaccia manipolata nella vigilia del matrimonio,. che
si fa trovare imbandita in mezzo alla tavola, adornata di fiori, viene presa e
ridotta a pezzi dagli sposi, per farla servire come pane ai commensali.......
Dopo il
pranzo......s'imprende la danza da noi descritta (la vallja) nella quale si
canta la poesia Costantino il giovinetto sposo da tre giorni (Kostandini i
vogël) .... "
Foto di www.fuggire.it
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