Circolare dell'Eparca
da www.eparchialungro.it
Carissimi,
la
Quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della
vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con
l’aiuto della Parola di Dio, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale
che comunitario. E’ un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione,
dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.
La Quaresima si comprende se riferita
alla Pasqua: quaranta giorni di preparazione e di attesa.
Il Triòdion, il libro
liturgico bizantino del tempo quaresimale contiene questa
prospettiva.
“Secondo la tradizione bizantina, la
liturgia eucaristica in Quaresima si celebra solo il sabato e la domenica e
nella festa dell’Annunciazione; gli altri giorni sono
aliturgici.
Il mercoledì e il venerdì si celebri
la liturgia dei Presantificati. Si celebri nei giorni stabiliti
l’Ufficiatura dell’Akathistos”. (Dichiarazioni e Decisioni della 1ª
Assemblea Eparchiale di Lungro, nn.125-126).
La Quaresima è un periodo denso di
riflessione per la conversione, un periodo di rinnovamento interiore, di
purificazione, di attesa della liberazione che procura la presenza del Risorto
con la celebrazione eucaristica all’alba del giorno di Pasqua. Di questo
periodo, il digiuno è la caratteristica principale, digiuno come
attesa.
Il digiuno si conclude nella
celebrazione eucaristica del giorno di Pasqua, il banchetto pasquale. L’attesa è
finita. La gioia è grande. Il perdono cancella il peccato. La vita ha vinto la
morte. L’assenza si consuma nella presenza.
Per esplicitare questa prospettiva, a
conclusione della celebrazione eucaristica, il giorno di Pasqua nelle chiese
bizantine si suole leggere un discorso catechetico attribuito a S. Giovanni
Crisostomo. Vi predomina il tema del banchetto. Ecco l’invito:
“ Voi che avete digiunato e voi che
non lo avete fatto, gli uni e gli altri oggi rallegratevi. La Tavola è
imbandita. Gustate ogni cosa senza scopi nascosti. Il vitello grasso è
abbondante. Che nessuno si allontani dalla Tavola senza essersi saziato. Tutti
assaporino le ricchezze della misericordia.
Quest’anno, nel contesto dell’Anno
della fede, il tema del messaggio del Santo Padre si focalizza sul rapporto tra
fede e carità: “Credere nella carità suscita carità. Abbiamo conosciuto e
creduto l’amore che Dio ha in noi”. Fede e carità vanno insieme, e
dunque Vangelo e opere vanno insieme. Quanto vale nell’esperienza personale,
vale anche per la Chiesa in quanto comunità.
La fede vera non si dà senza le
opere; chi crede impara a darsi all’altro. La carità suscita la fede, e dunque è
testimonianza.
“La Quaresima, sottolinea Benedetto XVI, è un
tempo propizio per spalancare lo sguardo del nostro cuore verso i fratelli più
bisognosi, condividendo con essi del nostro. In questo particolare momento
storico, occorre sottolineare l’importanza di una carità informata, documentata,
attenta ai numerosi contesti di povertà, miseria, sofferenza…dal peggioramento
delle condizioni di vita di molte famiglie, anche a seguito della crisi
economica e finanziaria che colpisce molti Paesi dell’Europa e non solo, con
l’aumentare della disoccupazione, soprattutto giovanile, fino ai contesti dove
il lavoro c’è ma è sfruttato, sottopagato, e senza le tutele minime, tali da
garantire la dignità del lavoro stesso e, di conseguenza, della persona
umana”.
Credo che questo Messaggio sia perciò
di grande attualità. Non solo perché si situa nell’Anno della Fede e dunque in
questo contesto è bene ricordare che fede e carità sono due facce della stessa
medaglia, cioè la nostra appartenenza a Cristo. Ma è attuale anche perché in
questa fase storica, in cui l’uomo fatica a riconoscere se stesso e a trovare
una via per il futuro, la parola del Papa presenta una proposta unitaria, un
percorso di vita nel quale l’accoglienza di Dio ingenera accoglienza dell’altro
in tutte le sue dimensioni, espressioni ed esigenze e così la Chiesa può essere
faro di una umanità rinnovata e quindi contribuire all’avvento della “Civiltà
dell’Amore”.
Da EparchiaLungro.it
Da EparchiaLungro.it
Nessun commento:
Posta un commento