Dialetti Albanesi
Di Gaetano Petrotta
A cura di Matteo
Mandalà
Albanologo Università
di Palermo
GAETANO PETROTTA
(1882-1952). Formatosi presso il Seminario greco-albanese di Palermo,
dove compì i suoi primi passi nel campo dell'albanologia, papas Gaetano Petrotta
si conquistò giovanissimo la fama di esperto conoscitore della lingua e della
cultura albanesi, rivelando una particolare propensione verso gli studi storici
della letteratura panalbanese e verso le connesse discipline filologiche. Tra i
più convinti e tenaci sostenitori dell'albanesità in Sicilia, svolse un
importante ruolo di animatore e di organizzatore delle attività culturali in
seno alla costituenda Eparchia di Piana degli Albanesi eletta con decreto
pontificio nel 1937, prima coadiuvando, come redattore, la rivista domenicale
Fjala e t'Inzoti fondata da mons. Paolo Schirò e poi fondando la Rivista
italo-albanese, che diresse insieme al fratello Rosolino, riscuotendo un plauso
di approvazione da tutti i circoli culturali arbëreshë. Negli anni a cavaliere
tra i secoli XIX e il XX, papas Gaetano Petrotta, avviò una serrata analisi
filologica dei più antichi monumenti della lingua albanese, intervenendo con
acuto e polemico atteggiamento critico sul dibattito allora in corso. Celebri
rimangono il suo studio, A proposito di un catechismo albanese curato dal prof.
Marchianò, nel quale delineava criteri filologici importanti che ancora oggi
costituiscono la parte più consistente di questa disciplina applicata
all'albanologia, e le sue approfondite analisi condotte sul celebre Messale di
Gjon Buzuku (1555). Tra gli anni 1933 e 1934, papas Tani ricevette l'incarico di
tenere corsi di Lingua e Letteratura albanese presso la Facoltà di Lettere
dell'Università di Palermo, incarico che egli mantenne sino alla morte. Le sue
più importanti opere scientifiche vanno dall'insostituibile Popolo, lingua e
letteratura albanese allo Svolgimento storico della letteratura albanese, dalla
lunga teoria di contributi critici sparsi in numerosi e rinomati giornali
specializzati dell'epoca alle decisive sintesi critico-biografiche dei più
importanti letterati albanesi apparse nel contesto dell'imponente antologia
letteraria pubblicata in Albania col titolo di Shkrimtarët Shqiptarë. Proprio
nei riguardi dell'Albania, inserendosi nel solco dei rapporti italo-albanesi,
papas Tani dedicò una parte cospicua della sua attività pastorale ed ecumenica,
nonché scientifica e culturale. Grazie al suo impegno fu realizzata la lunga e
prestigiosa serie di incontri ecumenici noti col nome di Settimane Orientali,
vere e proprie traits d'unions tra l'Occidente e l'Oriente Cristiano, al cui
epicentro furono poste le comunità albanesi d'ltalia nella loro duplice qualità
di isole spirituali dell'antica e mai sopita spiritualità greco-bizantina e di
comunità fedeli al cattolicesimo romano.
All’unità etnica corrisponde una più evidente unità
linguistica albanese. La separazione dialettale della lingua albanese si deve
ritenere un fenomeno relativamente recente se, tra l’odierno ghego e il tosco degli Italo Albanesi, esistono fenomeni grammaticali
concordanti che non si riscontrano più tra i due dialetti parlati in Albania.
A rafforzare l’opinione della recenziorità della separazione
dialettale ha contribuito molto la conoscenza del libro di D. Gjon Buzuku (
1555), il quale scrive in dialetto ghego settentrionale
del secolo XVI in cui visse. Ora i diversi punti concordanti tra la fonetica e
la morfologia del Buzuku con i fenomeni corrispondenti della fonetica e della
morfologia del dialetto tosco antico delle Colonie degli albanesi d’Italia,
provano che ancora nel secolo XVI i dialetti albanesi non erano così distinti
fra di loro come si sono andati distinguendo da quel secolo fino ad oggi.
Anche il Maillet ammette che l’albanese per la ristrettezza
dell’area in cui si parla è rappresentato soltanto da un ristretto numero di
varietà dialettali << che sono sensibilmente distinte fra di loro, sebbene le rassomiglianze tra queste parlate
locali siano ancora assai grandi e tutti gli individui che parlano albanese
possono con poco sforzo intendersi bene fra di loro>>.
La lingua albanese dunque si distingue nei due dialetti
principali ghego e tosco, parlati
rispettivamente nel nord e nel sud della regione. Si può fare una suddivisione
in sottodialetti che presso a poco corrispondono per il ghego alle parlate di Scutari e della Malissia, e più a sud alle
parlate di Durazzo, Tirana, Elbassan, e verso il nord-est alle parlate dei
distretti di Cossovo e di Dibra.
Sottodialetti interessante del tosco sono le parlate della Laberia e della Cameria in cui si
riscontrano tracce di fenomeni fonetici e morfologici propri del ghego. Varietà dialettali del tosco si devono considerare le forme
antiche del tosco degli Albanesi
d’Italia e di Grecia.
Non è possibile tracciare una linea di demarcazione netta fra
i due dialetti e tanto meno fra i sottodialetti della lingua albanese, poiché
la differenziazione avviene, com’è naturale, con una gradazione quasi
insensibile nei loro punti di contatto e sensibilissima negli estremi confini
del loro dominio.
I due dialetti
principali infatti, fondendosi quasi in unica parlata nel centro
dell’Albania, vanno, man mano che si allontanano dal centro, sempre più
distinguendosi, formando una profonda separazione dialettale nei due limiti
estremi della comunità linguistica e costituendo nella graduale
differenziazione sottodialetti, che
tengono le caratteristiche fondamentali dell’uno o dell’altro dei dialetti
principali a cui sono più vicini.
<< Dei dialetti parlati oggi nell’Albania propriamente
detta – scriveva G.Meyer (1887) - si
suol fare la doppia distinzione di albanese del nord, o ghego, di albanese del
sud o tosco; seguono il corso del fiume Shkumbini, che segna tra loro una linea
di divisione. Questo è vero in gran parte, se però non si dimentichi che nei
paesi del confine i due dialetti si vanno insensibilmente confondendo l’uno con
l’altro. I recenti tentativi di procurare una specie di lingua letteraria,
hanno avuto per punto di partenza questo dialetto centrale >>.
Lo studio dei dialetti è importante in ogni lingua sotto ogni
punto di vista come contributo necessario agli studi linguistici e allo
sviluppo della stessa lingua.
Perché infatti una lingua possa essere studiata
scientificamente e se ne possa scrivere la grammatica generale e se ne possa
arricchire il patrimonio lessicale è necessario che sia conosciuta nei suoi
vari dialetti.
La dialettologia albanese non è soltanto un’esigenza
scientifica ma, a parer nostro, è una necessità pratica e urgente: la lingua
albanese non avendo un dialetto che prevalga sugli altri per essere scelto senz’altro
come dialetto comune, ha bisogno di essere conosciuta in tutti i suoi dialetti
per poter rilevarne gli elementi comuni
e poter mettere in valore il tesoro lessicale raccogliendolo come fiore da
fiore dalle diverse parlate di tutta l’Albania e delle Colonie.
Estratto da: Studi di storia della letteratura albanese.
Svolgimento storico
della cultura e della letteratura albanese G: Petrotta a cura di Matteo
Mandalà, A.C. Mirror Palermo 2003.
Biografia tratta da www.pianalbanesi.it
Biografia tratta da www.pianalbanesi.it
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