giovedì 6 giugno 2013

La tradizione dei Carri di Sant’Antonio a Montecilfone (Cb).

Articolo di Milly De Angelis (Montecilfone)
Foto tratte dal sito: http://associazione-carristi-montecilfone.oneminutesite.it

Le Carresi, corse dei carri o sfilate dei carri trainati da buoi, rappresentano la manifestazione più pittoresca della Primavera Molisana e soprattutto nelle comunità albanofone del Molise.

 Aggiogati ad aratri per dissodare la terra o per delineare i solchi dei confini di città nascenti, i buoi sono il simbolo del duro lavoro. Ad essi, dunque è stato attribuito il compito, in varie forme, del ringraziamento degli uomini agli dei prima e a Dio poi, per l' abbondanza delle messi.

 

L' addobbo dei carri si perde nella memoria ma ad esso sono legati molti rituali veramente suggestivi, alcuni ormai quasi persi o persi del tutto ed altri che continuano ad esistere.
Coloro che avevano ricevuto qualche grazia vestivano i loro figli con il saio, ed i bimbi lo dovevano indossare sino allo scioglimento del "voto".

 Le famiglie che avevano ricevuto qualche "grazia" lasciavano in giro per il paese un maialino, riconoscibile perché aveva le orecchie mozzate, chiamato "porcellino di S. Antonio”.

Tutti gli davano da mangiare, infatti girava libero per il paese e, quando diventava grande, si vendeva al Comitato Feste.

Ancora oggi vengono offerte, da alcune famiglie, le pagnottelle di S. Antonio, piccoli pani benedetti dal sacerdote come gesto benaugurale.

La ricorrenza più sentita da sempre, a Montecilfone, è la festa di S. Antonio;  la venerazione del popolo verso questo Santo è ricca di simbologie allegoriche e folkloristiche per va degli animali addobbati a festa.
Da alcuni anni, oltre ai carri dal sapore più tradizionale ricchi di pizzi, merletti e fiori di carta, ne sfilano altri, creati dalla fantasia dei loro fattori, ma sempre legati alla devozione per il Santo.
La preparazione dei fiori, per abbellire il carro, delle frontiere, per addobbare anche le mucche, e dei cordoni in ricordo di quello usato da S. Antonio, viene affidato alle donne, vere maestre in quest' opera.
Gli uomini, nel frattempo si dedicano alla preparazione del carro, pitturando e costruendo la struttura che verrà utilizzata.
In genere viene realizzato tutto con grande riservatezza per creare la "sorpresa" il giorno della sfilata.
A Montecilfone la festa di S. Antonio si svolge il sabato dopo il 13 giugno.
Il giorno precedente, il venerdì, nel tardo pomeriggio, il quadro del Santo, viene portato al Calvario e da lì, in processione, tra persone ed animali vari, viene ricondotto in Chiesa dove viene celebrata la Messa.
Il giorno della festa si abbelliscono gli animali, si lavano, e si addobbano con cordoni, frontiere e campane e si attaccano al carro per mezzo del giogo.
All' ora prevista i carri partono per raggiungere il Calvario ad attendere la "chiamata".
E' infatti una tradizione secolare che i carri sfilino in processione dietro il Santo secondo un ordine prestabilito in base ad una lista che si tramanda da tempi remoti e che viene aggiornata dal Vigile del Comune.
Non esistono posti vacanti in quanto essi vengono occupati dai partecipanti che hanno una parentela con gli assenti e chi non ce l' ha è l' ultimo della lista.
A questo punto parte la processione con la banda in testa ed i carri che seguono la statua del Santo, sino all' arrivo in chiesa, e qui si aspetta la fine della Messa.
Al termine, la statua del Santo viene posta in cima alla scalinata della chiesa ed iniziano a sfilare i carri per la benedizione.
Sin dall' arrivo del primo carro inizia una festa che mischia il sacro ed il profano con la benedizione del Parroco, la banda che suona, i carristi con il "puntarillo"  (un bastone di legno o ferro con un chiodo ad un' estremità che serve a sparare le bombette) e con la genuflessione dei buoi alla statua del Santo.
E' un rituale antichissimo, quello della genuflessione, c'è chi lo fa risalire ad un evento che si sarebbe verificato a Montorio dei Frentani l' 11 giugno del 1742, in occasione della festa di S. Costanzo.
Si narra che un bue proveniente da Montecilfone si sia inginocchiato ai piedi della statua del Santo tra la gente che urlava al miracolo.
La sfilata procede sinché non si completano tre giri intorno alla Chiesa ed ogni volta si ripetono tutti i riti.
Il tutto viene riproposto nel pomeriggio dopo la Messa vespertina per rivivere, anche se in toni un po' più dimessi il ripetersi della "magia".
E' quindi una giornata da non perdere per gli aspetti culturali, folkloristici e di fede che si assaporano, ed infatti sono in tanti i turisti ed i paesani che vivono altrove, a non mancare a questo mistico appuntamento.
 
 
 
 
 
 

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