Un pool di studiosi di antropologia, biologia e
genetica, appartenenti a varie università italiane, ha analizzato con tecniche
avanzate l’evoluzione del cromosoma Y presso alcune comunità albanesi
“autoctone” in Calabria e Sicilia. Questo tipo di popolazioni minoritarie,
caratterizzate da una parlata nettamente distinta da quelle che lo circondano –
e quindi, si suppone, con una minor facilità di rapporti con i vicini – si
prestano a studi che sovrappongano la linguistica all’indagine genetica per
verificarne la coincidenza.
Nel caso degli arbereshe, poi, è ben documentato anche l’aspetto storico-demografico:
il grosso della migrazione dall’Albania è avvenuto tra il XV e il XVI
secolo, per sfuggire all’invasione ottomana dei Balcani. I migranti, però, solo
in parte sono arrivati direttamente dalla regione meridionale, la Toskeria:
altri hanno sostato per periodi più o meno lunghi nel Peloponneso e in Epiro
prima di trasferirsi nell’Italia del sud.
Oggi gli Arbëreshë (distinti dagli shqiptar, gli albanesi della madrepatria) sono
90-100.00 e vivono in 7 Regioni, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata,
Calabria e Sicilia. Queste ultime sono le due comunità maggiori, quelle appunto
studiate dai genetisti. Che hanno individuato storie genetiche diverse per i
due gruppi, malgrado l’estrema omogeneità linguistica ed etnografica. In
particolare, mentre la maggior parte delle comunità Arbëreshë calabresi sono strettamente legate
ai popoli balcanici del loro luogo di provenienza, una parte minore di esse e
quelle siciliane sembrano differenziarsene. Si può ipotizzare una maggiore
mescolanza di queste ultime con la popolazione circostante? Forse, ma è anche
possibile che i popoli della diaspora si fossero già differenziati prima di
attraversare il mare.
Come osserva lo studio, “i nostri risultati suggeriscono che i
gruppi Arbëreshë considerati, nonostante le comuni
origini nella penisola balcanica e le caratteristiche culturali comuni, possono
essere stati generati da due processi demografici paralleli ma indipendenti,
derivanti da popolazioni originarie già differenziate. Uno di questi eventi ha
forse portato alla formazione dell’attuale comunità insediata nelle aree
calabresi del Massiccio del Pollino e della Valle del Crati. L’altro riguarda
gli Arbëreshë siciliani, ma coinvolgendo anche
parte degli insediamenti calabresi dell’area sud-occidentale del Pollino”.
I due popoli “fondatori” potrebbero essere già partiti dai Balcani diversi in
origine; oppure i due possono aver avuto maggiori commistioni con i nativi o –
considerata la presenza, messa in luce dalla ricerca, di caratteri genetici
propri dei greci – aver subìto influenze durante la tappa intermedia in Epiro e
Peloponneso.
1) Stefania Sarno, Sergio Tofanelli, Sara De
Fanti, Andrea Quagliariello, Eugenio Bortolini, Gianmarco Ferri, Paolo
Anagnostou, Francesca Brisighelli, Cristian Capelli, Giuseppe Tagarelli, Luca
Sineo, Donata Luiselli, Alessio Boattini, Davide Pettener, Shared language, diverging genetic histories:
high-resolution analysis of Y-chromosome variability in Calabrian and Sicilian
Arbereshe, “European Journal of Human Genetics”, 2015.
2) www.rivistaetnie.com
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Troppo generica la risultanza linguistica, vale pa pena di confrontarsi prima di antropologia e altri paroloni inutili.
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